lunedì 18 novembre 2024

Intervista a Laura Scarafone: La maratona come rinascita e il traguardo di 2h 55' 20" come nuova partenza

Laura Scarafone, atleta del Cambiaso Risso Running Team Genova, ha conquistato il suo miglior tempo in maratona a Verona, chiudendo in 2h 55' 20" e posizionandosi come terza italiana. In questa intervista, Laura ci svela il suo percorso di preparazione, il supporto della famiglia e i suoi obiettivi futuri, condividendo anche l'emozione di aver rappresentato un progetto di inclusione sportiva.

Paolo Pelloni
: Ciao Laura, partiamo subito dalla tua straordinaria prestazione di ieri a Verona, dove hai segnato il tuo record personale in maratona con un tempo di 2h55'20". Hai ottenuto anche il quarto posto assoluto e terza tra le italiane. Raccontaci cosa ha significato per te questa gara.

Laura Scarafone: Ciao Paolo, grazie a te. Verona è stata una sfida personale che portavo con me da tempo. La maratona ha sempre rappresentato per me un percorso complesso, sia fisicamente che mentalmente. Non è la mia distanza “naturale”; ne avevo già corse altre, ma sentivo di non averla mai affrontata con la serenità e la fiducia che ho invece trovato questa volta. Verona, per me, è stata una vittoria che va oltre il tempo sul cronometro.

Paolo: Hai detto che questa volta sei riuscita a mantenere una serenità che prima ti mancava. Cosa è cambiato nella tua preparazione e nel tuo approccio alla gara?

Laura: Dopo la gravidanza, ho dovuto imparare a ripartire da zero. Non è stato un ritorno rapido come per altri: ho impiegato mesi per riprendere il ritmo e imparare ad accettare ogni piccolo progresso, senza fretta e senza l'ansia di “tornare come prima”. Questo processo mi ha insegnato a guardare alle gare con occhi diversi, a godermi i miglioramenti senza misurarmi sempre in modo severo. Inoltre, quest’anno, con il passaggio alla Cambiaso Risso e il programma di allenamento di Valerio Brignone, ho trovato una continuità che mi ha dato sicurezza. Sentivo di avere una base solida sotto di me.

Paolo: In effetti, hai ottenuto ottimi risultati quest’anno, migliorando i tuoi tempi su diverse distanze. Ma ogni gara è stata un obiettivo a sé?

Laura: Esattamente. Non ho mai visto le gare intermedie solo come tappe verso la maratona; ogni obiettivo, ogni podio, ha avuto la sua importanza. È stato un modo per arrivare a Verona con maggiore equilibrio e serenità, senza il peso di dover puntare tutto su un’unica gara. Questo mi ha permesso di arrivare alla linea di partenza senza quella tensione paralizzante che spesso sentivo in passato.


Paolo
: Parlaci un po’ della preparazione. Hai qualche allenamento che ti ha messo particolarmente alla prova?

Laura: Sì, uno in particolare: 25 ripetute sui 400 metri. Quando l'ho visto nella tabella, ho pensato: "Non ce la farò mai". Non avevo mai fatto un lavoro del genere, e sinceramente mi terrorizzava. E invece, superare quella sessione è stato un momento di svolta, un’iniezione di fiducia che mi ha dato la spinta giusta per affrontare la maratona. Alla fine, l’ho anche trovato divertente – un po’ folle, ma a modo suo divertente!

Paolo: Concili tutto questo con la tua vita quotidiana, il lavoro e la famiglia. Come ci riesci?

Laura: Il supporto della mia famiglia è stato fondamentale. Andrea Recagno, mio marito, ha spesso fatto un passo indietro per lasciarmi lo spazio di cui avevo bisogno per questo obiettivo. Anche Mattia, il nostro piccolo, è una grande fonte di ispirazione. Proprio ieri ha compiuto 2 anni, ed è stato ancora più speciale poter festeggiare il suo compleanno dopo questa maratona così importante per me. Non parlo di sacrifici, però. Correre, anche nelle ore meno comode, non è mai un sacrificio per me. È il mio momento, e finché continuerò a sentire questo piacere, non smetterò.


Paolo
: E in gara, come è andata?

Laura: Bene, direi. Ho mantenuto il ritmo concordato con Valerio dall’inizio e sono rimasta costante. La maratona è una prova che richiede più che altro resistenza mentale, perciò non ho voluto rischiare. Volevo creare un’esperienza positiva, senza ansie o rimpianti. Non mi interessa avere il dubbio di cosa avrei potuto fare “di più”. Per me, Verona è stata una tappa significativa, un punto di svolta in positivo.



Paolo: Hai già qualche piano per il futuro?

Laura: Al momento, non ho deciso nulla di concreto, ma mi piacerebbe partecipare di nuovo a un campionato italiano master. Sono arrivata vicina al podio nella mezza e nel cross, e sento che quel traguardo non è più irraggiungibile. Mi confronterò con Valerio, vedremo insieme come proseguire.

Paolo: Per concludere, ho visto che alla premiazione hai indossato una maglietta speciale. Cosa rappresenta per te?

Laura: Sì, è una maglietta davvero importante per me. Mi è stata donata dalla mia azienda, ed è legata alla Fondazione Insuperabili, che lavora per promuovere l’inclusione attraverso lo sport. La fondazione nasce dalla collaborazione tra il gruppo EcoEridanea e l’Onlus Insuperabili, che condividono un obiettivo comune: fare del bene e supportare le persone attraverso la cooperazione. Il progetto principale della fondazione è dedicato allo sport e alla disabilità, e finanzia iniziative che creano opportunità per atleti con disabilità. È stata una grande emozione poter rappresentare questa causa, anche solo per un momento, e ricordare a me stessa e agli altri quanto sia importante abbattere le barriere nello sport.


Paolo: Grazie, Laura, per questa bellissima chiacchierata. In bocca al lupo per i tuoi futuri obiettivi.

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