Paolo Pelloni: Ciao Rosy! Grazie a te per aver accettato di condividere la tua esperienza alla Maratona di New York. Partiamo dall’inizio: da quanto tempo sognavi questo momento?
Rosy Broggi: Ciao Paolo, grazie a te per questa opportunità! Sai, era un sogno che coltivavo da più di dieci anni. Quest'anno, finalmente, ho deciso di realizzarlo e mi sono fatta un grande regalo per i miei sessant'anni. Sì, proprio sessanta anni! È stato speciale perché è stata una maratona per celebrare questa tappa della mia vita.
Pelloni: È bellissimo festeggiare così un traguardo importante. Hai detto che hai già fatto altre maratone?
Broggi: Sì, questa è stata la mia nona maratona. Ho partecipato anche a diverse mezze maratone e, devo dire, mi sono tolta qualche bella soddisfazione a livello di tempi. Ma questa di New York era diversa, l’ho voluta fare senza pensare al tempo. Volevo godermela appieno, anche perché negli ultimi anni non sono riuscita ad allenarmi come avrei voluto. Lavoro anche la domenica, quindi il tempo per allenarmi è più limitato rispetto a prima. Ma sono grata, perché ho trovato un nuovo lavoro dopo il periodo del COVID, e sono felicissima.
Pelloni: Nonostante tutto, sei riuscita a portare a termine questa grande impresa. Hai avuto qualcuno che ti ha supportato durante la preparazione?
Broggi: Assolutamente sì! Ringrazio tantissimo mio cognato Danilo Albertoni, che mi ha aiutato e supportato in varie maratone, togliendo tempo a sé stesso. E poi il mio coach e amico Antonio Sollazzo, a cui voglio un mondo di bene. Anche se non ho potuto allenarmi con lui direttamente, mi ha comunque supportato e coinvolto a distanza. Sapevo che, dopo otto anni dall'ultima maratona, affrontarne un’altra sarebbe stato un bel salto nel vuoto.
Pelloni: Deve essere stata una sfida importante, soprattutto dopo tanti anni. C’è stato qualche intoppo durante la preparazione?Broggi: Purtroppo sì. Circa due mesi e mezzo prima della gara sono caduta e mi sono procurata un infortunio sotto il gluteo destro, che ancora adesso mi porto dietro.
Ho fatto fisioterapia e questo mi ha costretto a rallentare, impedendomi di fare allenamenti specifici per la resistenza. Ma con tanta determinazione e qualche chilometro in più sono riuscita comunque a coronare il mio sogno e tagliare il traguardo.
Pelloni: Immagino che l’emozione al traguardo sia stata indescrivibile.
Broggi: Sì, Paolo, è stata un'emozione unica! Anche se molto stanca, nel momento in cui ho tagliato il traguardo avrei voluto che continuasse. In quel momento non avrei mai immaginato di provare una sensazione così forte. È una maratona magica, diversa da tutte le altre. L’atmosfera, le persone, la città… è tutto un susseguirsi di emozioni. Non puoi fermarti, è come se la città stessa ti trasportasse fino alla fine. È un’esperienza davvero magica, e credo che chiunque l'abbia fatta possa capirmi.
Pelloni: E il tempo finale?
Broggi: Ho chiuso in 3h 48', un risultato perfetto per me, anche se non ci speravo. Direi benissimo, è stato proprio il coronamento di una grande avventura.
Pelloni: C’è un pensiero finale che vuoi condividere?
Broggi: Certo. Questa esperienza la dedico a mia mamma, che mi ha lasciato qualche mese fa.
Lei è sempre stata una mia grandissima sostenitrice,
la mia fan numero uno.
Quindi, questo traguardo è per lei.
Ciao mamma, un bacio da New York.
Nessun commento:
Posta un commento