di Gilbeto Costa
La Mezza del Porto Antico è la gara di tutte le altre corse di Genova. E’ il sunto dell’incontro di mani strette, sorrisi che allietano volti sereni, pacche sulle spalle, in bocca al lupo e pianti … tutti abbuffati in una sola volta.
« Un giorno senza un sorriso è un giorno perso. » Charlie Chaplin
Mai avrei dovuto … meno che meno voluto partecipare a questa mezza maratona. Altre corse, nuove sfide da preparare. Troppo fresche le ferite da assorbire di recenti fatiche. Sazio della maratona di Piacenza, del suo
crono. Ancora fradicio del trail di Santa Croce, il suo piazzamento. Semi bollito dall’ammucchiata di chilometri della 100 di Seregno con la pancia colma, in piena digestione …
crono. Ancora fradicio del trail di Santa Croce, il suo piazzamento. Semi bollito dall’ammucchiata di chilometri della 100 di Seregno con la pancia colma, in piena digestione …
Invece succede che lunedì scorso correndo svogliatamente, più per dare risposta al senso di colpa in caso non mi fossi allenato, trascinandomi fra Parata, Besolagno, Stabbio e Ponte di Savignone, le gambe iniziano a muoversi veloci per proprio conto lasciandomi solo con i miei dogmi. Svegliato di soprassalto dall’andatura
delle vecchie forbici arrugginite mi si illumina la via. Tornato a casa cerco di spegnere le fiamme fatue di questa idea incendio. Tuttavia mercoledì ci ricasco. Opto di ripetere i mille; alle fine saranno dieci con tanto di mal di stomaco e quella nausea che sale spinta dal diaframma fino a sentire il gusto amaro di bile in bocca. Le gambe completamente fritte, sorde alla fatica, mute di dolore.
Giovedì entro nel sito ufficiale della manifestazione, leggo mi documento, m’informo. Un estremo tentativo di rendermi ignifugo al rogo che nel frattempo divorava i residui dubbi. Decisivo è stato cliccare su “verifica iscrizioni” e scrivere ATLETICA VALLESCRIVIA: 13 iscritti nuovi e vecchi amici uno più bello dell’altro. Come sottrarsi dal contribuire all’addizione di un numero per noi, piccola società dell’entroterra di Genova ENORME!
Venerdì è la volta della banca (bonifico) e della e-mail agli amici della Podistica Peralto con la richiesta d’aiuto, tempi strettissimi (gentilmente accolta) per sbrigare le pratiche del caso.
Il pre–gara culmina con una lacrima per l’inno nazionale italiano suonato da una Banda locale, forse di Sestri Levante o Ponente!?! Al via l’ex bomber O’Rey Pruzzo ci prova. Poche burbere parole per sostenere che sia più facile fare un goal che correre per 21 km.
La gara ha visto gli atleti terrestri appesi ai cornicioni della sopraelevata, sorretti ed inchiodati ai colori delle proprie canotte. L’asfalto nero diventare un’enorme calza della Befana. Sfilacciato e sottile nel piede, spesso e colorato arcobaleno sul gambaletto.
In gara i top runners della Cambiaso & Risso tentano di contrapporsi allo strapotere africano. Nell’ordine KIMUTAI KOECH JOSPAHT, RADOUAN HAKIM, ZAID ISSAM, KHELIFI MEHDI chiuderanno il loro volo leggero ed armonioso in una avvincente volata (immagino). Dal primo al quarto chiusa in un pugno, una manciata di secondi. In ordine 1h 05’ 46”/ 47”/ 49” / 50” . In campo femminile è record della manifestazione (per sentito dire) 1h 11’ 59” con la fluttuante IZEM HAFIDA.
SALVATORE CONCAS e VALERIO BRIGNONE quindici secondi sotto l’ora e dieci. Valorosi Cavalieri Templari PROFETI in PATRIA. ARMANDO SANNA immolarsi volontariamente all’andatura folle da lui assecondata, al decimo chilometro. La nazionale EMMA QUAGLIA in surplace. ANNA BOSCHI lanciata dalla maratona di Milano di 7 giorni or sono proseguire il suo volo.
MATTEO CESCHINA dipinge volti scavati dalla sofferenza, rendendo vive le sagome inanimate dalla fatica. Riempiendo i volti vuoti d’espressione con l’arte dei suoi pixel.
Correre la mezza è un altro genere di dolore. Immediato, amplificato, non ti da tempo, non tratta, non media. Chiede come un disco incantato … quel che non riesci a dare. A gara finita, come per magia scompare non lasciando traccia evidente.
La Liguria vista dai sogni ha la forma oblunga convessa di un esteso arcobaleno. Genova mirata dall’alto dei monti che si issano alle sue tergo, come le vele agli alberi maestri, ha la grazia di un endemico sorriso.
Di Gilberto Costa
P.S.
Chiedo venia per eventuali strafalcioni grammaticali, e od … omissioni. Tuttavia giornalisticamente “bisogna stare sul pezzo fin che è caldo”. Quindi la velocità d’esecuzione è primaria con la conseguenza di … errare più del solito.
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