« È giunto ormai il tempo di andare, o giudici, io per morire, voi per
continuare a vivere. Chi di noi vada verso una sorte migliore, è oscuro a
tutti, tranne che al Dio. » (Platone, Apologia
di Socrate)
Salita
alla Guardia 2012
« Ha vinto il minuto di
silenzio in memoria di ALESSANDRA. »
Si è imposto il
desiderio di presenziare da parte degli ascensionisti tuttavia l’importune
condizioni meteo.
Ha prevalso il piacere
di mostrarsi correndo al proprio prossimo condividendo la corsa all’aria,
all’aperto, la voglia di sorridere nonostante il grigiore atmosferico generale.
Il podismo ha trionfato
sulla pioggia, come l’arcobaleno fa breccia tra l’azzurro ed il fosco cielo.
La nebbia lo ha fatto sul sereno rendendo la
cima del Figogna un luogo alieno.
All'inizio
è arduo, complesso e complicato comprendere una corsa come questa.
Una
gara breve, lesta nonostante in salita, tuttavia sempre un’ascensione sebbene
sia veloce.
Agevole
la partenza che proietta il plotone all’estuario del sentiero quali frecce lanciate da arcieri celesti,
dove nel
breve scorrere di cento passi ci si accorge di lottare contro una forza
inattaccabile, inespugnabile, ineguagliabile, la gravità. Di forza sembra
breve, si sente
lieve
ma costante, faticosa ma assalibile, avvicinabile ma invincibile.
La
parte centrale è quella della rassegnazione
agonistica, la consapevolezza di lottare contro una barriera immaginaria, una
parete invalicabile. Altro non è che il muro
del nostro limite che si para
innanzi.
Catapultati,
gettati nell’oblio della dimenticanza,
corrispondente ad un fenomeno transitorio, dovuto a temporanea fuga dalla memoria, intesa come amnesia
temporale, quale declino o sospensione del ricordo con un particolare accento
sullo stato di abbandono del pensiero e del sentimento dalla … della realtà.
Il
finale è un fotogramma impresso sulla
pellicola mattonata, un’ erta avida ed avara nella quale si sfracellano inconsapevoli le vacue
speranze. Dove si odono i tonfi delle anime cadute morte.
Hanno
avuto la meglio la grazia, il sorriso dolce di Marta Bertamino e la devota
maniacalità di un superlativo Gabriele Poggi che cesella il suo gesto atletico
con una nuova mirabile vittoriosa scalata
« L’antidoto CORRERE ha battuto una volta ancora il
lento epilogo dello scorrere fuggevole. »
Di Gilberto Costa
Nessun commento:
Posta un commento