domenica 22 maggio 2011

Salita alla Guardia - di Gilberto Costa

« Viveva, or non è molto, in una terra della Mancia, che non voglio ricordare come si chiami, un hidalgo di quelli che hanno lance nella rastrelliera, scudi antichi, magro ronzino e cane da caccia. »
4° edizione Salita alla Guardia
Lo strapotere di Mohamed Rity, marchia a fuoco il piazzale antistante la Basilica di Nostra Santissima Madonna della Guardia.  Andrea Giorgianni completa il trionfo Delta Spedizioni. Rossi Mauro Città di Genova terzo sulla mattonata cocente della Guardia …

Gabriele Poggi  (C&R) re in questa salita tre anni or sono si “rialza”, vinto dalla partenza sfavillante di Rity. Pronti via, in cento, forse duecento metri, fin tanto  i miei occhi stanchi “potea” arrivare,
Il giovane virgulto africano strappava da se, dalla sua scia leggera gli esterrefatti contendenti la corona finale.  Giuseppe Fedi G.A.U. rimbalzare indietro travolto da questa mattinata africana. Riporre le vele e ritornare in porto prima della  tempesta. Il vecchio campione Re per sempre, Pier Mariano Penone risalire, con immutata classe la fila dei dannati per presiedere all’incoronazione …
 All’avvento del neo Re!

Un presidente Mario Codella (C&R) nella doppia, tripla veste … di oratore, partecipante, organizzatore. La neo laureanda, e le sue compagne alla consegna pettorali. Gli infermieri in vespa, Giulio alle manopole, Paolo operatore di ripresa, cameraman. Il campione di semplicità  Valerio Brignone nelle vesti di addetto lungo il percorso … della modestia (virtù) .

La salita protagonista, nega respiro,  estirpa velleità. Un’apnea di 6.6 km nei quali non si capisce
come si stia correndo. S’intuisce, si prova nel farlo ascoltando  l’asfissia altrui.
Si legge nelle canotte curve sulle spalle  del prossimo che ci precede. I silenzi muti dello sforzo, i battiti del cuore, impazziti,  si trattengono a stento al petto. L a temperatura corporea sopra la soglia di sopportazione, il breve refrigerio del quarto chilometro; i trabocchetti assolati dei tratti scoperti, quelli infidi del selciato.
Il buio totale della prima galleria, resi cechi dal riflesso dello scudo solare appeso in cielo. Il fresco della galleria alberata, scossa da un brivido di vento …
 La lotta intestina di ognuno di noi per non darla vinta alla supplica di fermarsi.
L’erta finale piega quasi a terra i provati partecipanti, spiega quant’è dura la salita verso la redenzione.

L’epilogo nel rientrare alla Gaiazza:
Il fotografo Ceschina, pizzicato in un attimo di pausa (passaggio atleti)  dedicarsi ad imprimere nei suoi occhi e macchina fotografica il ritratto della sua donzella.
Raccogliendo il guanto di sfida gettato da chi sta macchiando d’inchiostro il foglio bianco.
Un duello impari combattuto con armi impari. Matteo, possiede  l’arte della guerra,  il sottoscritto quella della forca e bastone!

« La ragazza in canotta bianca, con l’effige del bimbo Leonardo (scampato pericolo). Gli occhi tuttavia tristi, non riescono a sorridere in simbiosi con il resto del viso, in quanto è arduo gettarsi alle spalle un lustro di felice vita di coppia. Il fratello in tenuta Don Chisciotte, accompagnato dal fido Sancio, la raggiungono  dal paese, attraversando tre valli di chilometri, pianure ardue, salite …
 e infine  abbracciarla! »

Di Gilberto Costa

1 commento:

  1. come sempre l'aulico cozza col prosaico......Ottima prosa Gilbe!!

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