martedì 28 febbraio 2012

Trail 'Tra Mare e Cielo' - cronaca di Gilberto Costa

“Gli altri hanno il talento dalla loro, io ho soltanto loro, reali riferimenti.
Stima ed ammirazione per coloro che  vincono silenziosi.
Uomini schivi ai complimenti ... di poche parole, che  spendono per gli altri”.
5° Trail 'Tra Mare e Cielo'
Laigueglia (SV) - Domenica 26/02/2012
Ilaria Pasa  l’immagine emblema del carattere del trailer’s autentico.

La runner genovese, infortunatasi alla caviglia intorno all’ottavo chilometro, ha rifiutato orgogliosamente l’aiuto di chi gli correva intorno, “ce la faccio … andate” zoppicando tenace fino a recuperare la partenza.  Non ha voluto esser di peso a nexxuno, salvaguardando la gioia altrui. Una vera combattente anche nel celare il dolore. L’ho trovata all’arrivo, in piedi su una gamba, scura in viso, una maschera, muta di lamenti. Gli ho offerto un braccio per un piccolo spostamento … macché!
E’ andata bene.  Ovviamente nei limiti, ognuno  delle proprie possibilità. Tanta persone, alla fine soddisfatte.  Un’atmosfera felice, celeste quanto l’azzurro che sfiora il mare, luminosa come il sole posto al centro del firmamento.  Ragazzi da ogni dove veloci come il vento. Quattrocento appassionati hanno reso omaggio alla “premiata organizzazione” di Laigueglia. Una partenza  a razzo dal mansueto arenile impigrito di letargo,  protetto da Capo Santa Croce da una parte, Capo Mele dall’altra. Spiaggia dalla quale un leggero Paolo Bert ha inciso profondo il suo nome sulla sabbia. Capace di
bissare il successo della passata edizione, forse delle altre?!
 Da dove il campione di umiltà,  Sergio Vallosio ha raccolto la sfida
regalando insieme ad Enzo Mersi, Daniele Fornoni … spettacolo ai dei del cielo.
 A seguire tutti gli  altri, ambizioni, gare diverse.
Personalmente, finita l'emorragia di posizioni perse...
Ho iniziato a recuperare i meno accorti, gli “indisciplinati”.
Credo d’aver corso bene. Omogeneo.  L’arrampicata alla Bocchetta è servita di lezione. Fuori dalle competizioni, in allenamento, si pensa, immagina l’impossibile. La gara riporta alla cruda, nuda realtà.
Quando si corre insieme, in gara, si smette di parlare solo quando morendo  gli occhi schizzano fuori dalle orbite, le faccie si deformano, i volti diventano paunazzi, la bocca amara di fiele che lento sale dal fegato fino ad avvelenare le fauci. Accade quando riesci ad intuire la sofferenza, nella sagoma di chi ti precede, la disperazione nei respiri, rantolii, di chi affianchi magari superi. Tuttavia eviti di disegnarne i tratti, colorarne il viso. Lo fai per paura che essa tormenti, abbranchi
 pure te. Si evita il contatto visivo per timore di veder riflesso negli occhi altrui il proprio calvario. Eppure è proprio in  quei momenti che tiri fuori il meglio, od  il meno peggio dir si voglia da te stesso. Una vera analisi in tempi strettissimi.  Questione di  tattica, si pondera l’agire, l’ardire. Si annusa il vento se è il momento di attaccare o difendersi. Nascondersi silenziosi,  “bluffare o ad andare a  vedere”. Un’azione certosina, minuziosa. Chi ha fretta di andare alla battaglia in genere perde la guerra.
Dopo la caduta alla Marcia delle  Merci, mi sono nuovamente imbelinato in terra nuovamente in salita, come un salame. Un attimo ed ero in piedi. Tutto qui.
Ho litigato con la mia testa di … dura. Un po' con il cielo, odiato l'impazienza
allontanato le illusioni fatue, inascoltato le sirene del ritiro.
Mi sono lamentato con il mio voler insistere a tutto i costi. Ho venduto cara la pelle, facendo sudare a chichessia il sorpasso. Ho masticato la polvere altrui, sputato rabbia, vomitato acido lattico. Non ho da recriminare nulla ... di più non potevo.Ho ceduto solo quando, vinto dai miei limiti non avevo verbo da proferire al cielo. Mi sono appagato nel tirare sul mio sandalo sgangherato la rete con dentro alcuni concorrenti che nuotavano certi, credendosi al sicuro oltre la mia rotta. Mi è spiaciuto, (gli e lo detto in faccia nel mentre… ribadito al traguardo)  sorpassare un concorrente nel ripido finale. Camminava zoppiccando, diversamente non ce l’avrei mai fatta!!!
 Bella giornata, sole caldo, sentieri difficili, cattivi dentro. Maledetti nel pendere prima negativamente, poi viceversa. Alternati e consecutivi. In cima a Colla Micheri (stupenda) dalla villa dell'antropologo norvegese (fu) la vista completa della baia del sole. Sopra quel mare, in volo sospesi nel cielo, ritengo che i sogni si radunino e facciano all'amore.

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