giovedì 2 giugno 2011

Il Passatore - di Corrado Vagali

Il Passatore, 100 km di Emozioni

i video della sua gara su:
Speranzosi di poter mandare un messaggio positivo riguardo l’importanza del movimento fisico ma anche fiduciosi nell’affrontare un’impresa particolarmente ardua, due mesi fa circa,  io ed il mio collega ed amico Stefano Storti, abbiamo deciso di iscriverci alla mitica “100 Km del Passatore”! Io ero decisamente entusiasta all’idea di partecipare ad
una corsa così affascinante ma ero anche un po’ impaurito ed inquieto al pensiero di dover correre per così tanti km e, di conseguenza, per così tante ore.
E così sabato 28 maggio, accompagnati dai nostri due meravigliosi compagni di viaggio, Luca Parodi ed Anna Pizzorni, siamo partiti alla volta di Firenze città da cui la gara prende inizio. I partecipanti alla manifestazione sono molti, circa 1400 unità, ed è fortissima l’emozione quando,  poco prima del “Via”, eccheggia  l’inno di Mameli.
Auspico, in questo mio breve racconto, di potere trasmettere a tutti le emozioni che io ho colto partecipando a questo straordinario avvenimento.
Alle 15, ad una temperatura di circa 28°,  si parte!!
I primi 4 km circa sono molto lievi ma al 5 km si comincia a salire ed il caldo è veramente forte! Si sale per circa 15/17 km e, a nemmeno ad un ¼ di corsa, l’emisfero sinistro del mio cervello comincia a bombardarmi con messaggi negativi di tutti i tipi:     “Corra ma chi te lo ha fatto fare?” o “Ma ti rendi conto che devi fare ancora più di 80 km?”. Quando a chiunque di noi, in qualsiasi momento della giornata o della vita, giungono messaggi di questo tipo, è facile che lo sconforto prenda il sopravvento e, se ci si sente deboli o stanchi, molto probabilmente ci lasceremo convincere compromettendo il nostro obiettivo.
Ed è proprio in questi momenti che bisogna assolutamente reagire e collegarsi il più presto possibile con la parte destra del nostro cervello, quella intuitiva, la nostra riserva di soluzioni creative per quasi tutti i problemi, sfide od impedimenti!!
In quei momenti di sofferenza io cerco di reagire i vari modi: scherzo con la gente che ho attorno, ascolto i segnali del mio corpo, mi godo il paesaggio ma soprattutto vado alla ricerca di personaggi particolari che possono colpirmi per le loro peculiarità. E durante questi primi 20 km ne ho scorti due: Benito Salvati, ligure, classe 1928, 400 maratone e 27 Passatore nel suo Palmares ed un Atleta con dei problemi alle gambe che faceva tutta la gara spingendo una carrozzella con le sole braccia!!! Parlando un po’ con queste due persone e vedendo l’impegno e lo sforzo psico-fisico che ci stavano mettendo, mi sono “quasi vergognato” di aver avuto, anche se solo momentaneamente, quei pensieri demotivanti!!
Dopo il 20 km la strada spiana leggermente e, tra un saliscendi e l’altro, si arriva, verso le 19.30,  intorno al 30 km a Borgo S. Lorenzo dove è posizionato il primo controllo del Chip. E che gioia, proprio vicino a quel paesino, vedere la nostra “Ammiraglia al seguito”, Luca ed Anna, sempre presenti a darci conforto ed a regalarci un sorriso.
Arrivati nei paraggi del 33 km il tragitto comincia veramente a farsi impervio: si devono percorrere almeno 16 km di salita molto dura ed io , dopo un paio di tornanti, sono già esausto. Affronto questa difficile ascesa camminando e mi accorgo che in questa gara esiste un vero e proprio esercito di camminatori, gente che ha una falcata ampia, lunga e decisa. Il mio amico Stefano, in particolar modo, è veramente un eccezionale marciatore!! Devo ammettere che non sono proprio adatto a camminare in salita e soprattutto per così tanto tempo!! Comunque, passo dopo passo, stanco, assonnato ed anche un po’ annoiato, verso le 22.30 circa arrivo in cima alla vetta, 900 m s.l.m. .
Siamo al km 48 circa perciò quasi a metà strada!!


La temperatura su questo colle era di  10 gradi centigradi!! Chi mi conosce bene sa che io ho un ottimo rapporto con il freddo ma vi assicuro che, in quei momenti, sembrava veramente che fosse inverno e di essere in alta montagna!! Il gelo ti penetrava veramente nelle ossa!! Ho cercato di cambiarmi la maglia sudata il più velocemente possibile e poi ho indossato altre due maglie, di cui una con le maniche lunghe, ed una giacca a vento senza maniche. E così siamo ripartiti per affrontare la seconda metà della gara.
Oltre al freddo,  un altro aspetto che mai avrei pensato fosse così, difficile da affrontare era il buio!! Io e Stefano, sempre insieme ovviamente, avevamo una torcia in due e vi assicuro che, in alcuni tratti, magari in mezzo a degli alberi  o in una strada non illuminata dalla luna, la visibilità era pari allo zero!! In alcuni momenti della corsa tra buio e stanchezza a volte non riuscivo nemmeno a scorgere i miei piedi che si muovevano!! E devo dire che, anche in questo frangente, l’emisfero sinistro del mio cervello ha cercato in tutti i modi di mettermi in difficoltà mandandomi continuamente messaggi negativi, ma io, imperterrito, non lo sono stato a sentire  e ho proseguito il mio percorso focalizzando nella mia mente  solo cose che potevano mettermi buon umore.
Intanto, dopo le asperità della salita, la strada aveva cominciato a scendere e,  anche se gli esperti del settore,  spiegavano che percorrere quasi 20 km di discesa continuativi  possono portare degli importanti scompensi ai quadricipiti femorali, io, personalmente,  preferisco mille volte correre in discesa piuttosto che annoiarmi a camminare in salita!!
Soprattutto dopo il 50° km,  volevo ancora una volta ribadire l’importanza fondamentale  che hanno avuto Luca ed Anna in questa fantastica esperienza che abbiamo vissuto io e Stefano: anche nei momenti di sconforto della seconda parte della gara,  sapere che ogni 5/10 km io e Stefano potevamo sempre contare sui massaggi di Luca, sulla straordinaria gentilezza di Anna e sulle parole di incoraggiamento di entrambi,  era per me un piccolo traguardo che dovevo assolutamente raggiungere. 
Intanto, pian pianino, arriviamo a Marradi intorno al 65 km, non ricordo che ora era ma, ovviamente era notte fonde e buio totale. Stefano è sempre concentrato su ogni suo passo e su ogni suo movimento. Io sto abbastanza bene a parte un lieve indolenzimento al polpaccio sinistro. Per cercare di far passare un po’ più velocemente il tempo,  parlo con personaggi di ogni genere che incontro, sia correndo sia ai ristori: mi viene in mente una ragazza simpaticissima di Frosinone sempre pronta alla battuta, un tipo toscano che, bevendo un bicchiere di Tavernello e gustandosi un panino con la mortadella,   mi racconta della sua 18esima volta al Passatore, una signora non più giovanissima che svolge tutta la gara aiutandosi con un bastone e tanti altri ancora.
Verso il 70° km avviene quello che io avevo a Stefano predetto!! Stefano comincia ad avere problemi alle articolazioni di ginocchio e caviglia: il suo sguardo è veramente di una persona che soffre. Il dolore è così forte che anche le cure di Luca Parodi non portano il giovamento voluto. Ma ovviamente lui non molla!! Stefano, anche se a causa di motivi familiari e lavorativi, non ha più potuto allenarsi come un tempo, tengo a precisare che circa 10 anni or sono ha terminato un IRON MAN in 11 h circa!!!!!!! E’ ovvio che, un individuo che riesce a terminare una competizione del genere, ha un cervello al di fuori del comune, ma in questo caso forse il suo fisico non era allenato per una gara così allucinante!!
Intorno al km 80 la situazione delle articolazioni delle gambe di Stefano peggiora notevolmente e vedo una persona al limite della sofferenza umana: io cerco di stargli vicino in ogni modo, parlandogli, incitandolo, ma lui è concentrato solo sulla sua marcia di avvicinamento al traguardo.


Intanto, per la cronaca, io avevo già da qualche tempo mandato a spigolare (per non dire una parola volgare) la parte sinistra del mio cervello che non avrebbe mai più interferito nel mio percorso con dei messaggi negativi, ben sapendo, oramai, che io al traguardo sarei arrivato in ogni modo.
Gli ultimi km sono stati una vera e propria agonia per Stefano!! Tante persone che conosco si sarebbero senz’altro ritirate ma lui no, il Sire del Fitness Italiano, ha avuto testa e cuore per arrivare in fondo a questa massacrante avventura.
Tagliamo il traguardo abbracciati anche assieme a Luca. Il tempo è sulle 16 h, ma quello è un dettaglio.
Non mi sembra vero di aver corso per così tante ore!!
Massimo Parodi, grande  runner del G.S.C.  S. Olcese,  mi ha detto che mi renderò conto di quello che ho fatto solo nei giorni successivi all’evento.
Ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicini durante la gara via telefono o via sms, siete stati veramente stupendi!!
E’ stata una esperienza fantastica che mi aiuterà senz’altro  nel corso di tutta la mia esistenza! 
Invito tutte le persone che conosco a credere in loro stesse ed  a pensare sempre più che raggiungere dei piccoli obiettivi nella vita è più semplice di quel che si creda.
Un abbraccio speciale e caloroso a tutti!

Corrado

2 commenti:

  1. Bellissima questa lettera!!
    Complimenti ai 2 runners!!

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  2. ... grande Corrado, che bella esperienza! ...e che dire di Benito!
    Ammiro chiunque si metta in gioco con se stesso
    per qualsiasi cosa.
    Mabel

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