martedì 21 giugno 2011

Cesino in corsa - di Elisabetta Iurilli

Cesino in corsa

Le mie conoscenze della geografia ligure sono minime. Per questo, quando devo uscire dai confini della Valle Stura, devo affidarmi alle conoscenze di amici e parenti unite a quelle tecnologiche del mio pc. Interpellati i primi ne sono uscita con le idee ancora più confuse, quanto a Google anche lui sembrava ignorare l’esistenza di Cesino.
Alla fine il marito impietosito ha sentenziato che mi avrebbe accompagnato lui perché
questa settimana mi ero già persa abbastanza. Il riferimento era alla gara di Morsasco, dove, per una freccia in meno, il mio percorso di gara si è notevolmente allungato …
Certo che i mariti quando agiscono contro voglia la fanno pesare …. “Ma dove mi porti … è domenica mattina e mi tocca alzarmi presto … ci saranno due case e tre gatti e io che aspetto mi annoio … speriamo almeno un bar per il caffè … e vedi di non metterci troppo come al solito …”
Cesino appare dietro ad una curva in tutta la sua bellezza: la chiesa il largo spiazzo, il verde che la immerge, la Guardia che controlla tutto dall’alto.
Tanti podisti chiamati all’appello, tutti a dire che sarà dura, che l’alternarsi di salite e discese, cambi di ritmo e fango scivoloso sono le difficoltà che taglieranno maggiormente le gambe. Eppure chi ha già provato questa gara domenicale la ritenta. Significa che oltre il masochismo che spinge alla fatica ci deve essere qualcosa di più …
Intanto il marito ha trovato il bar, e di fronte al buffè di brioches e focaccia ha deciso che Cesino è senz’altro un ottimo posto per fare colazione.
I discorsi delle rivalità calcistiche delle due squadre genovesi si mischiano ai progetti di gara per la settimana nei passi lenti del riscaldamento. Vedo la salita che si inerpica severa dopo la piazza. Intuisco la fatica, nessuno dice che questo percorso sarà facile.
Ci allineiamo in partenza e gli organizzatori ci descrivono il cammino come nei trail. Poi uno sparo e via. Passiamo davanti al bar dove mio marito ha in breve fraternizzato con i gestori, lo saluto ed affronto il primo ostacolo. Qui i più bravi si staccheranno dal gruppo nel loro andare leggero, qui il gruppo si assottiglierà sempre più.
Il cuore batte forte, mi trovo subito in affanno. Non c’è la musica nelle orecchie a distrarmi. Mi è stato detto che correvamo tra monti, che ci sarebbero stati due boschetti. Ho pensato che i rumori delle frasche spostate e il cantare degli uccellini sarebbe stata la colonna sonora migliore per questa gara.
Lo sterrato prende il posto dell’asfalto. Penetriamo in breve nel primo boschetto. L’ombra è ristoratrice, la freschezza prende il posto dei raggi caldi del sole, il sentiero è bellissimo. Poi però fa la sua comparsa il fango. Non potendolo evitare ci sguazzo divertita, non capita spesso di poterlo fare senza pensare alle conseguenze, oggi la situazione e l’abbigliamento lo consentono, perciò via inibizioni e attenzione a non scivolare.
Si continua a salire spietatamente, anche quando lo sterrato si alterna nuovamente all’asfalto. Vedo da lontano un cimitero, mi sembra altissimo rispetto al punto dove sono io. Inevitabilmente il percorso di gara passa proprio di lì …
E intanto mani di volontari mi dissetano, altre mani sventolano bandiere rosse indicandoci il cammino, altre ancora ci rallentano nei punti dove è più facile cadere … grazie!
Di nuovo un sentiero nel bosco, questa volta in discesa. Mi piace correre sui sentieri ombrosi con le pietre sconnesse e l’erba ai lati. Si sente l’odore del muschio, quello della terra umida. Ho come l’impressione che la natura qui sia più vera, senza tutte le modifiche che l’uomo troppo spesso vi pone. La vedo generosa e selvaggia, aprirsi solo a chi la sa apprezzare. Noi che corriamo qui oggi abbiamo questo privilegio.
L’asfalto si alterna ancora al bosco. Una scritta bianca sul nastro grigio recita “Dai forza ragazzi”, una voce mi grida che è tutta discesa e che tra poco è finita.
Riconosco alcuni posti visti all’andata, pian piano prende forma anche la chiesa con la sua piazza.
All’arrivo veniamo incanalati tra nastri bianchi e rossi.
Sono felice, è stato un gran bel percorso, aspro in alcuni tratti, ma piacevolissimo in altri.
Ho scoperto un altro pezzo di Liguria.
Ha vinto Rity, genuino e umile come al solito, con gli occhi grandi che ridono per lui. E per le donne podio anche per Rita.
Il marito ha deciso che Cesino è proprio un bel posto, e che ci fermeremo qui anche a pranzo …
Mi sa che l’anno prossimo mi tocca tornare!!!

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