Le
salite non sai come giudicarle. Ostacoli insormontabili, oppure mura erette a difesa della propria
cittadella?
4° Trail di Marmorassi km 30
“Sopporta e resisti: un giorno questo dolore ti sarà utile”. (Ovidio,
Amores)
Ho
condiviso 24 km dei 30 totali, dividendo
il pane nero della fatica con un meraviglioso compagno d’ avventura. Per la
verità, è stato Riccardo Saporiti a guidare, condurre il ritmo delle mie
sommesse falcate. Offrire generosamente la faccia al vento, scudo umano contro
folate di vento simili a sberle, consimili a decisi fendenti, analoghe a macigni di freddo trasparenti.
E’
stato leale, maestro altruista. Io dietro, inseguirlo come un vecchio randagio,
che non sente più l’odore. Aggrappato al morso della sopportazione.
Non ha
mai approfittato, poteva andarsene, della mia “gamba”, mi ha concesso, quando
ne ero in grado, l’onore del vento, si è lasciato affiancare, mostrandomi
rispetto. A
camminato, quando poteva correre, contrastando con il suo gesto gentile la gogna dei miei limiti, distraendomi dalla sofferenza della mia inadeguatezza. Zittendo il dolore che saliva come una marea, affogando la mia mente.
camminato, quando poteva correre, contrastando con il suo gesto gentile la gogna dei miei limiti, distraendomi dalla sofferenza della mia inadeguatezza. Zittendo il dolore che saliva come una marea, affogando la mia mente.
Parlando
senza risparmio …
Mi ha
descritto i momenti della gara, regalato a mani aperte, il ricordo minuzioso
dell’edizione precedente. Poteva finirmi, relegarmi fra le foglie, seppellirmi
nel fango, non avrei potuto opporre resistenza.
Invece
è rimasto. Quel tanto … poco avanti, quanto basta per non farmi desistere, per
resistere. Eppure era allo sbando, sarebbe bastato un buffetto, sarei crollato
come un gigante di carta, precipitando nell’oblio della mia vulnerabilità.
Riccardo,
giovane papà di una bellissima bambina (lo attendeva all’arrivo), ha disegnato
il sentiero, lasciandomi la linea più stretta, pane morbido; mangiando per se
la traccia più dispendiosa. La crosta più dura.
Quando
i crampi l’hanno attanagliato, giuro, ho tentato di essere buono quanto lui.
Mi sono
fermato al ristoro del 24esimo km: “ti aspetto” lui, sorridendo sereno: “no vai
pure, ho da gestire i crampi”.
L’ho
sentito nella discesa seguente, calpestare i rigagnoli d’acqua, nel mentre
lottava contro un subdolo nemico, l’acido lattico.
“Grazie
Riccardo mi hai regalato una bella lezione di vita”.
Di
Gilberto Costa
grande gilbe!complimenti per la gara e per l'articolo!
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