venerdì 10 agosto 2012

Trail dei Fieschi - com'è andata la gara di G. Costa


Trail dei Fieschi 2012
“Com’è andata la gara.”
di Gilberto Costa

Dopo l’asfissiante egemonia dei vari:  Scipione, Caronte e Minosse, l’impercettibile fresca rivoluzione di Circe, in attesa dell’imminente dominio bollente di Ulisse, c’ha pensato l’umiltà, la modestia, il timido sorriso di Paolo Bert a governare il micro mondo abitato dai trailer-runner’s. Pronosticato fin dalla vigilia, il campione della Valle Infernotto (Ghiandone), ha inciso con le suole leggere dei suoi passi la  dura pietra  di Savignone, alla maniera d’un artigiano segna con il proprio bulino il metallo inanimato.                                    In griglia di partenza, lo stesso Davide Ansaldo, detentore del record della competizione, vincitore uscente cercava di esorcizzare la tensione trans agonistica, incoronandolo ancor 
prima della battaglia sovrano del bosco, collocandolo a priori sullo scranno dei Fieschi.  Ernesto Ciravegna completava un podio prestigioso, offrendo al trail disegnato da Andrea Fergola, connotati di visibilità oltre i confini feudali.  Se per il podio, (non era difficile farlo) il pronostico era obbligato, chiuso a chiave da forza e talento dei sopra citati … Al quarto posto, a soli 21” dal podio è spuntata l’allegra barba di Paolo Piano. Formidabile interprete della disciplina. Esploratore nel leggere la corsa. La sua è stata una scalata graduale, continua, risalendo estivo, senza quasi fare rumore. Presentandosi nel giardino di Palazzo Fieschi con la naturalezza del suo porsi, sorridente, guascone. Seguono a breve distanza nel volgere di pochi secondi fra loro, Stefano Girotti ed Emanuele Zambarino. Per il  portacolori della Climbers Toirano è l’ennesima conferma dell’universalità del suo essere campione. Un coltellino svizzero. Cappuccetto Rosso Vera Mazzarello, ha attraversato il bosco, sbranando  la gara femminile,  davanti a Daniela Scavino. Completa il podio rosa, l’ormai senza aggettivi Ilaria Pasa, capace di morte & resurrezione  che ha dell’incredibile. Una guerriera indomita dei sentieri rupestri. Una maschera impenetrabile prima, sensibile dopo la battaglia, tanto da rinunciare al proscenio del podio per correre al capezzale del suo gatto moribondo. Potere & volere.  Si adeguavano via, via  tutti gli altri, poveri diavoli, vecchi pirati, enfant prodige, illusi, sognatori illusionisti e,  pacifici viandanti.  Donne, uomini, storie di vita, diverse provenienze, dissimili professioni. Una lunga processione di colori silenziosi che hanno macchiato il verde di questo scorcio incantato di Valle Scrivia!
Di Gilberto Costa

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