giovedì 2 maggio 2013

Portofino - Rapallo di Elisabetta Iurilli


Portofino Rapallo

Una mattina di cielo con tanta voglia di pioggia. Ma questi posti davanti al mare sono stupendi ugualmente.
Il castello sul suo bastione, i gabbiani intorno, le onde che si infrangono nel loro moto perpetuo. E in più si corre, oggi è giornata di gara.
Mi stupisce un po’ il costo dell’iscrizione, ben 15 euro più cinque di cauzione per il chip. Pazienza. E’ una corsa un po’ vip, si solca la piazzetta di Portofino, c’è il collegamento in battello … però sono solo 9 km, almeno così dice la locandina.
Salendo sul vaporetto penso al cappuccino appena preso. Speriamo in bene.
Tra le onde è come essere in giostra, come tornare un po’ bambini. Il golfo si allontana sempre più, le case, le ville lussuose sulla riva, o che si arrampicano sui monti. Le mille tonalità di verde, il cielo plumbeo e minaccioso sopra. Scorgo S. Michele, borgo strepitoso di cui sono innamorata, poi Paraggi ed infine Portofino, siamo arrivati.
La piazzetta è tutto un darsi da fare frenetico di camerieri e gestori di locali di ristorazione. Tutti a tirar fuori tavolini, sedie, a lustrare qua e là, tutti a lavorare sodo mentre si aspettano i clienti. Nessuno ci guarda, anzi ho quasi l’ impressione che diamo un po’ fastidio.
Mi scaldo, mi stiro, intanto arriva un altro bastimento carico di … podisti, e viene l’ora del via.
Schierati in partenza noto pochi volti noti. Sono un po’ fuori dai miei soliti posti di competizione domenicale,
e poi c’è un altro grande evento in corso, gli amici saranno là.
Via! Ci snodiamo sulla statale tra lo scampanare della chiesa a festa. Subito riempiamo la via, strada bagnata chiusa per noi, la stessa delle Due Perle, questa volta percorsa solo in un senso e fino a Rapallo. Da una parte i monti dall’altra sono scogli bagnati, onde che si infrangono, mare rinchiuso in una baia da favola.
La strada ha le sue curve da tagliare. Prendo di mira una ragazza, ora è davanti, ma al traguardo sarà dietro. Buoni propositi di sfida e fatica di inizio gara. La musica nelle orecchie, le gambe ci sono, sembra tutto perfetto, là c’è Santa. E un’auto mi sorpassa. Possibile? Sarà scappata alle grinfie dei vigili che pattugliano sullo svolgimento della nostra competizione.
Sudo, fatico, corro dietro alla ragazza che difende bene la sua posizione, quando vengo nuovamente sorpassata da un’altra vettura. Questa volta con tanto di imprecazioni da parte dell’autista. A quanto pare sono brutta, sudata e di facili costumi. Passi per le prime due …
Poi è la volta di una moto del servizio gara che si accosta a noi chiedendoci, per piacere, di correre sui marciapiedi. Ricapitolando, non per essere genovesi, ma ho speso 15 euro, anzi fin’ora 20, per correre su un marciapiede o rischiare di essere investita. E non ho visto neanche una magliettina o un pacco gara. Ma pensiamo all’incolumità che è meglio. Certo non è una gara organizzata da chi vuol bene ai podisti … perché anche correre sui marciapiedi tra Santa Margherita e Rapallo non è semplice. Bisogna schivare coppie di anziani che passeggiano a braccetto, cercare di non inciampare nei guinzagli lunghissimi di signore amanti dei cani, ma che li vogliono un po’ lontani da sé, evitare di travolgere bimbi su passeggini e altri tenuti per mano … una faticaccia correre sui marciapiedi del golfo nell’ora di punta!
La ragazza diventata il mio bersaglio corre sempre tranquilla davanti. Come faccio a superarla? Le gambe e il fiato ci sono, ma non mi posso allargare … mi monta una carogna …
E intanto c’è il salitone dell’Imperiale a rallentare, mentre sulla strada in quel punto stretta, si incrociano due pullman, non riescono a passare e gli automobilisti suonano il clacson nervosi. Visto il momentaneo blocco mi arrischio, allargo un po’ sulla strada, supero e prendo insulti dai conducenti delle auto, che fanno segno che la strada è loro.
Rientro sul marciapiede, sono nervosa, non si può correre così. Domenica scorsa per una gara c’era tutta Genova bloccata. E poi mi viene in mente ieri mattina. Sandro ed io, in veste di organizzatori del nostro Memorial Giabbani, sabato avevamo passato parte del nostro tempo dai vigili per chiedere loro aiuto, non volendo neanche per idea incappare in simili situazioni. Maree di lettere con richieste di permessi alle autorità locali, ogni centimetro di percorso studiato nel dettaglio, ma a noi la salute di chi corre sta a cuore. E vogliamo che uno che partecipa ad una gara si diverta, non che chiuda col nervoso e con la consapevolezza di non essere stato messo in grado di dare del suo meglio.
Sono quasi a Rapallo. Un volontario mi indica la strada da seguire tra lo stretto spazio di due auto parcheggiate. Siamo in tre, dobbiamo fermarci e passare a turno.
Poi il rettilineo festoso al traguardo.
Taglio, vedo mio marito, e non potendomi sfogare con altri (non voglio rischiare di prendermela con un volontario che non c’entra niente), riverso su di lui tutto il mio malumore.
Un occhio al Garmin. Buon tempo per nove km, penso. Poi però guardo i km percorsi. Non sono i nove indicati, bensì otto scarsi, contando che in partenza mi posiziono nelle retrovie e faccio partire subito l’orologio. Pazienza.
Mi siedo per togliere il chip legato alla scarpa. Inizia a piovere copiosamente. Mi reco al Chioschetto della Musica per renderlo e riavere i soldi della cauzione. C’è una bella fila … dicono che hanno finito le banconote da 5 euro …

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