Portofino
Rapallo
Una mattina di cielo con tanta voglia di
pioggia. Ma questi posti davanti al mare sono stupendi ugualmente.
Il castello sul suo bastione, i gabbiani
intorno, le onde che si infrangono nel loro moto perpetuo. E in più si corre,
oggi è giornata di gara.
Mi stupisce un po’ il costo
dell’iscrizione, ben 15 euro più cinque di cauzione per il chip. Pazienza. E’
una corsa un po’ vip, si solca la piazzetta di Portofino, c’è il collegamento
in battello … però sono solo 9 km, almeno così dice la locandina.
Salendo sul vaporetto penso al cappuccino
appena preso. Speriamo in bene.
Tra le onde è come essere in giostra, come
tornare un po’ bambini. Il golfo si allontana sempre più, le case, le ville
lussuose sulla riva, o che si arrampicano sui monti. Le mille tonalità di
verde, il cielo plumbeo e minaccioso sopra. Scorgo S. Michele, borgo strepitoso
di cui sono innamorata, poi Paraggi ed infine Portofino, siamo arrivati.
La piazzetta è tutto un darsi da fare
frenetico di camerieri e gestori di locali di ristorazione. Tutti a tirar fuori
tavolini, sedie, a lustrare qua e là, tutti a lavorare sodo mentre si aspettano
i clienti. Nessuno ci guarda, anzi ho quasi l’ impressione che diamo un po’
fastidio.
Mi scaldo, mi stiro, intanto arriva un
altro bastimento carico di … podisti, e viene l’ora del via.
Schierati in partenza noto pochi volti
noti. Sono un po’ fuori dai miei soliti posti di competizione domenicale,
e poi
c’è un altro grande evento in corso, gli amici saranno là.
Via! Ci snodiamo sulla statale tra lo
scampanare della chiesa a festa. Subito riempiamo la via, strada bagnata chiusa
per noi, la stessa delle Due Perle, questa volta percorsa solo in un senso e
fino a Rapallo. Da una parte i monti dall’altra sono scogli bagnati, onde che
si infrangono, mare rinchiuso in una baia da favola.
La strada ha le sue curve da tagliare.
Prendo di mira una ragazza, ora è davanti, ma al traguardo sarà dietro. Buoni
propositi di sfida e fatica di inizio gara. La musica nelle orecchie, le gambe
ci sono, sembra tutto perfetto, là c’è Santa. E un’auto mi sorpassa. Possibile?
Sarà scappata alle grinfie dei vigili che pattugliano sullo svolgimento della
nostra competizione.
Sudo, fatico, corro dietro alla ragazza che
difende bene la sua posizione, quando vengo nuovamente sorpassata da un’altra
vettura. Questa volta con tanto di imprecazioni da parte dell’autista. A quanto
pare sono brutta, sudata e di facili costumi. Passi per le prime due …
Poi è la volta di una moto del servizio
gara che si accosta a noi chiedendoci, per piacere, di correre sui marciapiedi.
Ricapitolando, non per essere genovesi, ma ho speso 15 euro, anzi fin’ora 20,
per correre su un marciapiede o rischiare di essere investita. E non ho visto
neanche una magliettina o un pacco gara. Ma pensiamo all’incolumità che è
meglio. Certo non è una gara organizzata da chi vuol bene ai podisti … perché
anche correre sui marciapiedi tra Santa Margherita e Rapallo non è semplice.
Bisogna schivare coppie di anziani che passeggiano a braccetto, cercare di non
inciampare nei guinzagli lunghissimi di signore amanti dei cani, ma che li
vogliono un po’ lontani da sé, evitare di travolgere bimbi su passeggini e
altri tenuti per mano … una faticaccia correre sui marciapiedi del golfo
nell’ora di punta!
La ragazza diventata il mio bersaglio corre
sempre tranquilla davanti. Come faccio a superarla? Le gambe e il fiato ci
sono, ma non mi posso allargare … mi monta una carogna …
E intanto c’è il salitone dell’Imperiale a
rallentare, mentre sulla strada in quel punto stretta, si incrociano due
pullman, non riescono a passare e gli automobilisti suonano il clacson nervosi.
Visto il momentaneo blocco mi arrischio, allargo un po’ sulla strada, supero e
prendo insulti dai conducenti delle auto, che fanno segno che la strada è loro.
Rientro sul marciapiede, sono nervosa, non
si può correre così. Domenica scorsa per una gara c’era tutta Genova bloccata.
E poi mi viene in mente ieri mattina. Sandro ed io, in veste di organizzatori
del nostro Memorial Giabbani, sabato avevamo passato parte del nostro tempo dai
vigili per chiedere loro aiuto, non volendo neanche per idea incappare in
simili situazioni. Maree di lettere con richieste di permessi alle autorità
locali, ogni centimetro di percorso studiato nel dettaglio, ma a noi la salute
di chi corre sta a cuore. E vogliamo che uno che partecipa ad una gara si
diverta, non che chiuda col nervoso e con la consapevolezza di non essere stato
messo in grado di dare del suo meglio.
Sono quasi a Rapallo. Un volontario mi
indica la strada da seguire tra lo stretto spazio di due auto parcheggiate.
Siamo in tre, dobbiamo fermarci e passare a turno.
Poi il rettilineo festoso al traguardo.
Taglio, vedo mio marito, e non potendomi
sfogare con altri (non voglio rischiare di prendermela con un volontario che
non c’entra niente), riverso su di lui tutto il mio malumore.
Un occhio al Garmin. Buon tempo per nove
km, penso. Poi però guardo i km percorsi. Non sono i nove indicati, bensì otto
scarsi, contando che in partenza mi posiziono nelle retrovie e faccio partire
subito l’orologio. Pazienza.
Mi siedo per togliere il chip legato alla
scarpa. Inizia a piovere copiosamente. Mi reco al Chioschetto della Musica per
renderlo e riavere i soldi della cauzione. C’è una bella fila … dicono che
hanno finito le banconote da 5 euro …
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