lunedì 3 ottobre 2011

Cantoca - di Gilberto Costa

“Corriamo per scappare dal passato, inseguire il presente, sfuggire dal futuro”
Casella 02/10/2011
di Gilberto Costa

Ho vissuto l’attesa di questa giornata nel cercare una risposta, nel provar a regalarle un’interpretazione  alla scritta centrale  nella home page del sito ufficiale … 
2 OTTOBRE - Partenza ore 8.00
manifestazione ludico motoria
Prova valida per il Circuito
Trail dei monti Liguri 2011

Scritta a carattere “verdana 11”,  protetta dal grafema “mistral 28” tutto maiuscolo  sopra;  difesa dal 18 della sua stessa “indole” sorretta sotto.
Manifestazione ludico motoria. Sobria quindi. Posta però ben in vista ma, soprattutto sottolineata!
Vi sollevo da questo rompicapo di congetture. Troppi e validi, inutili ed  inconsistenti  i vari echi riflessi. Più semplice rovesciare sul foglio un parolone di origine greca, usato in filosofia. Aporia.

Casella poggiata  nel cuore della Valle Scrivia,  riversa ai piedi, fra il m.te Maggio e quello Carmo, vegliata a sud dal perenne scivolare del suo torrente omonimo, ha offerto, si è presentata al sorgere del sole, al nascere della Cantoca, in condizioni ideali per prestare il suo ventre alla stessa.
Si è cinta stretta a se l’estate, trascinandola fino a questo  2 ottobre  … oltre !
La gara è stata un riassunto di: aria foglie e vento; erba, pietre, radici e rocce sporgenti.
Salita, silenzio, fatica, sudore. Solitudine, discesa e illusione. Sole, calore, disperazione. Sete, fame, cielo e conati. Lacrime e sorrisi. Sospiri.
Gli alberi  da subito hanno abbracciato ed inghiottito speranze e presunzione. Il dislivello severo della parte iniziale ha selezionato ambiziosi e ambizioni. Questo sport, a questa disciplina non si mente,  se non si è preparati, umili e devoti c’è il rischio di esplodere, saltare in aria.
Monte Maggio con i suoi tornati ombrosi, la sua statura ha  interrogato intransigente, ognuno le  proprie, per carità  legittime velleità. Chiarendo credo  a tutti che la cifra d’ essere presenti, partecipare e concludere la Cantoca era è ed è stata l’unica reale gioia. Sorriso.
Il tratto scoperto  da Martellona a passo Incisa fino ai piedi del m.te Buio spettacolare nello spettacolo.
Prati, pascoli erbosi panoramici, panorami stupendi. Lontano a fondo valle i tetti delle casupole schiacciate fra loro degl’innumerevoli borghi secolari della Valbrevenna annegare nel buio del primo mattino.
A Tratti pareva di correre una tappa ciclistica pirenaica. Allo scoperto, faccia al vento, inseguitori ed inseguiti, la strada pian  pianino, lenta salire. Salire
Sentire poi la vicinanza dell’Antola, quella piramide erbosa,  pettinata dalle raffiche di vento, rispondere a tutti le sue ragioni. La smania di raggiungerla, scalarla, entusiasti di avercela fatta a calpestarla, scalzi di rammarico. Liberi.
Infine: travasati ed  imbottigliati  nel bosco, chilometri di alberi memori di antiche civiltà; testimoni di insediamenti ormai resi ricordi, i quali avevano saputo cavare il meglio da questo territorio  avaro di terra fertile, strappando con sacrificio e duro lavoro al monte stesso terrazze di coltivazioni vitali. Aspro di prodotti alimentari, ma unico di emozioni. Brividi.
Boschi  osservati dalle varie cime della corsa nel loro mutare le foglie in capolavori, spogliare le fronde. Pennellate tenue. Miracoli.
Il resto è la soddisfazione degli arrivi, i sorrisi degl’organizzatori, la festa, il pasta party, le strette di mano, pacche sulle spalle … gli arrivederci alla prossima, i saluti.
Il ritorno della mitica medaglia in ardesia come l’ha definita Mereta di pietra.
Personalmente ho dato tutto me stesso, tanto che ad un certo punto guardandomi dentro non avevo più nulla, vuoto. Ho guardato sempre avanti, mai girato; in quanto se mi fossi voltato indietro ne sarei rimasto sbranato. Una volta finito le gambe, ho corso con tutto il resto. Ruderi.

Trentacinque anni fa fra i banchi di scuola della seconda elementare di Casella una supplente giovane dalla “chitarra facile”  ci faceva mettere, spostando dapprima  i banchi,  le sedie in cerchio, disegnando diversamente (idealmente) il mondo; cantando tutti in coro Viva la gente.
La canzoncina iniziava con la seguente strofa:
Ho visto stamattina mentre andavo a lavorar il lattaio, il postino e la guardia comunale. Per la prima volta vedo gente intorno a me. Ieri non ci badavo non so proprio perché.
Seguiva:
Dal nord e dal sud li vedevo arrivar come grandi fiumi che discendon verso il mar. Quasi una gran festa fatta apposta per un re. Vale più delle cose la gente intorno a me.
E ancora:
Viva la gente la trovi ovunque vai viva la gente simpatica più che mai! Se più gente guardasse alla gente con favor avremo meno gente difficile e più gente di cuor avremo meno gente difficile e più gente di cuor.
Ieri trentacinque anni dopo, la giovane supplente  dalla “chitarra facile” si è vestita di  CORSA TRAIL.

Il percorso a  “mondo”  disegnato da: Gualdi, Pittaluga e  compagnia bella su queste vecchie, antiche creste appenniniche; reso un dipinto su tela  maniacale dal cartografo Giorgio Mazzarello.
Il lattaio, il postino e … rappresentati da: i nostri diversissimi mestieri  che svolgiamo quotidianamente per campare. I fiumi che discendono verso il mare , i tanti partecipanti rotolati da  fuori regione.
Sceneggiatore e regista il pluridecorato Valter Mereta, capace di legare, amalgamare e far coesistere le diverse maestranze territoriali: dalla protezione civile, ai volontari, alla proloco, passando dalla pubblica assistenza per finire alle istituzioni locali e limitrofe  quelle del Parco dell’Antola compresa.
Arrivando a sfidare lungo il tracciato i capi di bestiame al sole, i cinghiali braccati poveracci loro … addirittura i  cacciatori, con  le loro stupide doppiette.
Un dispiegamento ambientale senza risparmio di energie, clamoroso. Reso possibile ed avvalso, forte della tenacia di un gruppo coeso, una vera famiglia. Infatti, ed è indiscutibile che  come nella vita  famiglia è la risposta  giusta sempre!
Chapeau.
Di Gilberto Costa
gilbertocosta@hotmail 

Nessun commento:

Posta un commento