martedì 9 aprile 2013

4° Trail Marmarossi km 30 (Sv) di Gilberto Costa


Le salite non sai come giudicarle. Ostacoli insormontabili, oppure  mura erette a difesa della propria cittadella?
“Sopporta e resisti: un giorno questo dolore ti sarà utile”. (Ovidio, Amores)
Ho condiviso  24 km dei 30 totali, dividendo il pane nero della fatica con un meraviglioso compagno d’ avventura. Per la verità, è stato Riccardo Saporiti a guidare, condurre il ritmo delle mie sommesse falcate. Offrire generosamente la faccia al vento, scudo umano contro folate di vento simili a sberle, consimili a decisi fendenti,  analoghe a macigni di freddo trasparenti.
E’ stato leale, maestro altruista. Io dietro, inseguirlo come un vecchio randagio, che non sente più l’odore. Aggrappato al morso della sopportazione.
Non ha mai approfittato, poteva andarsene, della mia “gamba”, mi ha concesso, quando ne ero in grado, l’onore del vento, si è lasciato affiancare, mostrandomi rispetto. A
camminato, quando poteva correre, contrastando con  il suo gesto gentile la gogna dei miei limiti, distraendomi dalla sofferenza della mia inadeguatezza. Zittendo il dolore che saliva come una marea, affogando la mia mente.
Parlando senza risparmio …
Mi ha descritto i momenti della gara, regalato a mani aperte, il ricordo minuzioso dell’edizione precedente. Poteva finirmi, relegarmi fra le foglie, seppellirmi nel fango, non avrei potuto opporre resistenza.
Invece è rimasto. Quel tanto … poco avanti, quanto basta per non farmi desistere, per resistere. Eppure era allo sbando, sarebbe bastato un buffetto, sarei crollato come un gigante di carta, precipitando nell’oblio della mia vulnerabilità.
Riccardo, giovane papà di una bellissima bambina (lo attendeva all’arrivo), ha disegnato il sentiero, lasciandomi la linea più stretta, pane morbido; mangiando per se la traccia più dispendiosa. La crosta più dura.
Quando i crampi l’hanno attanagliato, giuro, ho tentato di essere buono quanto lui.
Mi sono fermato al ristoro del 24esimo km: “ti aspetto” lui, sorridendo sereno: “no vai pure, ho da gestire i crampi”.
L’ho sentito nella discesa seguente, calpestare i rigagnoli d’acqua, nel mentre lottava contro un subdolo nemico, l’acido lattico.
“Grazie Riccardo mi hai regalato una bella lezione di vita”.
Di Gilberto Costa





   

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