Sport/Atletica
*LEADVILLE TRAIL 100 MILE RUN*
*Leadville (Colorado, USA), agosto 2013*
Tra i protagonisti Michele GRAGLIA (Sanremo Runners): ecco la sua storia
incredibile…
Correre a piedi: una passione, ma anche uno stile di vita. Correre in
pianura senza ostacoli è l’attività più frequentata, ma correre un “trail”
significa affrontare un percorso dagli impegni assortiti come valicare
colline e montagne, arrampicarsi o scendere sentieri molto accidentati. Un
“ultra trail” prevedere di affrontare una distanza oltre i 42 km, un
impegno fisico e mentale che durare anche oltre un giorno intero di fatica
e concentrazione, soprattutto se il dislivello supera i 3000 metri. Poi ci
sono anche gli “ultra trail estremi” come la *Leadville Trail 100 Mile Run*,
un percorso podistico di 160 km tra le Rocky Mountains (Montagne Rocciose),
dove il paese più elevato degli Stati Unti d’America, Leadville (Colorado),
che conta 2690 abitanti, è situata a 3200 metri sul livello del mare. La
gara si svolge in gran parte su strade forestali con alcune strade di
montagna; il punto più basso è a quota 2805 metri slm, il punto più alto è
la cima Hope Pass a 3842 metri slm.
Una corsa ad eliminazione. La *Leadville Trail 100 Mile Run* è competizione
di ultra trail più massacrante del mondo! Correre tra i 2805 e 3842 metri
slm per 160 km è ultra… impegnativo, soprattutto da concludere entro il
tempo massimo di 30 ore!
Fanno riflettere alcuni numeri, alla gara quest’anno si sono iscritti in
1200, di cui 943 hanno preso il via e alla fine solamente in 497 (415
uomini e 82 donne) sono riusciti ad arrivare al traguardo!
Tra questi anche il coraggioso Michele Graglia, atleta tabiese della
Sanremo Runners, che 13 giorni prima del 30esimo compleanno ha compiuto
l’impresa di leggere il suo nome nell’ordine d‘arrivo. Michele è giunto
30esimo in 22h10:26, ma la sua è stata una partecipazione tra gli assoluti
protagonisti.
*“La Leadville è una gara mostruosa! - *racconta Michele Graglia* – Un
evento estremissimo: 80 km andata e ritorno, con il doppio valico del monte
Hope Pass. E questa non era che una delle asperità. Circa la metà degli
atleti partiti non ha concluso l’evento, molti a causa di grossi problemi
fisici, molti altri per non essere riusciti a concludere entro il tempo
massimo di 30 ore.*
*Personalmente ho dato anima e corpo per questa gara, sia nella
preparazione sia nella competizione. Sono partito molto carico e sicuro di
grandi aspettative. Sono partito nel gruppo di testa (partenza alle 4 del
mattino, ndr), correndo i primi 60 km insieme ai primi, tra cui Scott Jurek
(dalla rivista UltraRunning Magazine eletto atleta dell’anno nel
2003-2004-2005 e 2007, vice campione del mondo delle 24 ore nel 2010), Nick
Clark, Ryan Sanders (sudafricano, vincitore nel 2011), Ian Sharman e il
russo Denis Mikhaylov.*
*Il passo era veloce ma non ero mai in affanno. Alla distanza della prima
maratona siamo transitati in 3h25’, qui i migliori hanno accelerato, mentre
io ho preferito continuare con il mio passo. La parte più impegnativa della
gara è stata tra le 40 e le 60 miglia (circa 65-100 km) dove per ben due
volte si valica l’apice della montagna Hope Pass posto dopo circa 72 e 88
km, che significa affrontare un dislivello complessivo parziale di oltre
3600 metri in un tratto di 16 km: un delirio! Sono arrivo al giro di boa di
Winfield (80 km) in 8h40’. A quel punto mi trovavo in nona posizione a soli
15 minuti da Scott Jurek, mentre Ryan Sanders e Denis Mikhaylov hanno
gettato la spugna. Le mie condizioni erano buone, ma il ritorno su per Hope
Pass è stato debilitante. Ho comunque mantenuto un buon passo fino a Twin
Lakes (100 km) dove ho accusato seri problemi fisici. In questa località
molti partecipanti sono stati portati via in ambulanza per edema polmonare!
I miei polmoni bruciavano terribilmente ma nonostante il grande debito
d’ossigeno sono ripartito per le ultime 40 miglia (circa 64 km).*
*A questo punto il percorso conclusivo per me si presentava da…
sopravvivenza. Mi sono “trascinato” a passo blando per circa 30 km prima
di affrontare l’ultima grande salita, il Sugar Loaf Pass. All’andata ho
concluso questi parziali 16 km insieme a Scott Jurek in 1h24’… al ritorno
ho impiegato ben 4 ore!!! Mi trovavo davvero in uno stato di grande
stanchezza. Credo che sia proprio in questi momenti che lo spirito
dell’ultramaratoneta prende il sopravvento: ho combattuto con anima, corpo
e mente per raggiungere l’ultimo check-point di May Queen a 21 km
dall’arrivo (con ancora circa 800 metri di dislivello da affrontare). Qui
la temperatura era di circa 2 gradi e di certo non era d’aiuto…*
*In qualche modo sono riuscito a trovare un ritmo adeguato, con l’ultima
ascensione in circa tre ore. L’arrivo – *conclude Michele Graglia* - è
stato come un miraggio dopo l’ultima curva e la magnitudine dell’impresa si
è riversata sulle mie spalle appena passata la linea d’arrivo. Nonostante
fossero le 2h10’ di notte c’era una grande folla ad attenderci e non sono
riuscito a contenere le lacrime…”.*
Il dirigente della Sanremo Runners, Franco Ranciaffi: "Un racconto intenso
quello di Michele Graglia che, comunque, ha compiuto un’impresa storica: ha
completato l’ultra trail più duro d’America e probabilmente uno dei più
impegnativi al mondo. Alla fine il super campione Scott Jurek si è dovuto
accontentare dell’ottavo posto in poco meno di 20 ore. Michele Gaglia è
risultato 30esimo uomo con il tempo di 22h10:26. Nella storia delle 31
edizioni, Michele Graglia è il terzo italiano a concludere la massacrante
competizione sulle Montagne Rocciose americane; in precedenza c’erano
riusciti il romano Gian Battista Torelli in 29h59:59 nel 2005 (178esimo) e
il veronese Giuseppe Benanzin in 28h11:43 (177esimo). Ora Michele Graglia
in 22h10:26 (30esimo) risultando tra i migliori europei di sempre (oltre
che settimo di categoria, che ha visto la partenza di ben 78 atleti pari
categoria!). Un ringraziamento anche genitori di Michele che in Colorado lo
hanno sostenuto durante la competizione".
LEADVILLE TRAIL 100 MILE RUN, Leadville, Colorado (Usa), 18/08/2013
Migliori uomini: 1. Ian Sharman (Gran Bretagna) 16h30:03, 2. Nick Clark
(Gran Bretagna) 17h06:29, 3. Michael Aish (Usa) 18h27:59, 4. Kyle Pietari
(Usa) 18h37:22, 5. Andrew Catalano (Usa) 18h43:26, 6. Timo Meyer (Germania)
19h04:19, 7. Eric Sullivan (Usa) 19h17:33, 8. Scott Jurek (Usa) 19h21:55,
9. Bob Africa (Usa) 19h38:41, 10. Javier Montero (Costa Rica) 19h45:46,…
23. Andy Reed (Canada) 21h33:37, *30. Michele Graglia (Italia, Sanremo
Runners) 22h10:26.*
Classifica categoria maschile 20-29 anni (78 partenti): 1. Kyle Pietari
1986 (Usa) 18h37:22, 2. Andrew Catalano 1987 (Usa) 18h43:26, 3. Seth Kelly
1985 (Usa) 19h46:10, 4. Jeff Rome 1989 (Usa) 20h58:21, 5. Marco Peinado
1987 (Usa) 21h32:22, 6. Igor Campos 1984 (Usa) 21h45:48,* 7. Michele
Graglia 1984 (Italia, Sanremo Runners) 22h10:26*, 8. Ryan Gulvan 22h33:05,
9. Michael Ambrose 1989 (Usa) 22h43:44, 10. Adam Bohr 22h54:23, seguono
altri classificati.
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